di Gioele Cedro e Sharon Puccio
Psicologi ad intervento breve formati in Terapia a Seduta Singola
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L’ansia è come una sedia a dondolo: sei sempre in movimento, ma non avanzi di un passo.
(Jodi Picoult)
Il dizionario Treccani riporta che il termine “Ansia” deriva dall’aggettivo latino anxius «ansioso» e corrisponde ad uno stato di agitazione, forte apprensione, dovuto a timore, incertezza o attesa di qualcosa di cui non si sa l’esito.
Se stai leggendo questo articolo forse è proprio perché vorresti trovare la soluzione che ti permetta di gestire l’ansia. Qualunque sia la tua età probabilmente hai sperimentato, almeno una volta nella vita, cosa significa essere in ansia per qualcosa. Lo stato d’ansia si può avvertire in un sacco di situazioni diverse e apparentemente neutre che a volte ci portano ad essere agitati eccessivamente fino a farci rimanere inermi o eccessivamente irrequieti.
A livello fisiologico e biologico si verifica un meccanismo che vede protagonista un’attivazione eccessiva del Sistema Nervoso Simpatico (SNS). Il SNS secerne l’adrenalina ovvero l’ormone responsabile delle manifestazioni che puoi avvertire in queste condizioni: palpitazione, arrossamento del viso, senso di freddo e parestesie alle mani ed ai piedi, polipnea, vertigine, oppressione toracica, disturbi visivi, secchezza delle fauci, dolori muscolari, diarrea ed altri (Rassu, in Fava et al., 1998).
L’ansia somiglia alla paura, ma si distingue dalla paura per diversi motivi;
La paura è una delle cinque emozioni primarie assieme a gioia, tristezza, rabbia, e disgusto. L’emozione della paura è solitamente molto utile per la sopravvivenza degli esseri viventi. Pensa ad esempio a un leone che dà la caccia a una preda: la preda è in grado di scappare perché riesce a sentire il leone strisciare nascosto tra le piante e anche se non lo vede del tutto può comunque percepire una sorta di tensione, un istinto che le fa battere più forte il cuore e la rende pronta a fuggire. Questa è la paura.
L’ansia in questo caso rappresenta uno dei tanti modi con cui la paura emerge dentro di noi.
La paura ci è utile perché attiva in noi la risposta ancestrale di attacco o fuga. Grazie alla paura riusciamo a capire se siamo in pericolo e se è il caso di allontanarci da un luogo oppure di attaccare.
L’ansia ci permette di anticipare la paura, di giocare d’anticipo cercando di prevedere gli eventi futuri e tutto ciò che potrebbe andare storto. È un meccanismo che ci aiuta a organizzare il comportamento in funzione di quello che pensiamo potrà accadere.
Sotto questa luce l’ansia potrebbe essere un sentimento positivo, un nostro alleato, che ci permette di non correre rischi inutili o di esporci a pericoli potenzialmente dannosi ma anzi ci aiuta a fronteggiare il futuro.
L’ansia può divenire problematica nel momento in cui diventa paura eccessiva e incontrollata verso stimoli ambientali e personali che non sono oggettivamente pericolosi. Ad esempio, essere in ansia mentre si studia in vista di un’interrogazione a scuola solitamente serve a far nascere la motivazione a continuare a studiare per prepararsi al meglio. Sentirsi ansiosi prima di cominciare a parlare davanti a un pubblico è utile per prepararsi e tenere conto delle possibili variabili in gioco per gestirle al meglio.
Esistono però delle situazioni in cui l’ansia diventa un ostacolo: per esempio quando c’è un’interrogazione importante in vista e non si riesce a studiare per l’ansia eccessiva, in questi casi è molto facile bloccarsi sulla pagina per tutto il giorno senza riuscire ad andare avanti. Oppure quando durante un discorso ad una platea ci si blocca senza riuscire a pronunciare una sola parola.
Adesso che è più chiaro cos’è l’ansia, ci può venire più facile capire l’aforisma di Picoult a inizio articolo:
“L’ansia è come una sedia a dondolo: sei sempre in movimento, ma non avanzi di un passo”.
Non appena entriamo in uno stato di ansia eccessivo il nostro cervello reagisce bloccandoci e iniziando a farci pensare e ripensare a come potrà andare male l’interrogazione o il discorso alla platea. L’apprensione per il futuro ci fa percepire e anticipare la paura dell’interrogazione, il cuore batterà forte e i pensieri scorreranno velocemente nella nostra testa, mantenendoci fermi, immobili e incapaci di rispondere alle domande.
In questi casi l’ansia si trasforma in paura eccessiva e immobilizzante; la preoccupazione per il futuro diventa un blocco nel presente.
L’ansia è un sentimento e come tale è totalmente automatico e involontario. Anche se oggi conosciamo bene i meccanismi dell’ansia e la sua biologia nel cervello, non riusciamo ancora bene a controllarla perché può manifestarsi in diversi contesti e in varie forme. Bambini, adolescenti e adulti possono provare emozioni, paura e ansia in modo diverso. Cambiano anche i contesti in cui essa si manifesta e le modalità di sperimentarla e reagire.
Nel caso dei bambini le esperienze di ansia più frequenti sono legate alla scuola, ai rapporti sociali con i coetanei, alla separazione dalla famiglia o da figure di riferimento, a esperienze che li vedono protagonisti come performance sportive e artistiche. Le modalità di sperimentazione sono per lo più fisiche e somatiche. Non è raro sentire bambini e ragazzi che riportano dolori alla pancia o alla testa in vista di sfide o ostacoli.
Gli adolescenti, come i bambini, sperimentano ansia a scuola, nei compiti per casa, nelle interazioni sociali con i coetanei, ma al contrario dei più piccoli possono sperimentare questi sentimenti in concomitanza ad altri meccanismi sociali ed esperienze personali come ad esempio il confronto con gli altri, la costruzione della propria identità, le prime esperienze affettive e/o sessuali, l’orientamento scolastico e/o lavorativo e la ricerca della propria autonomia decisionale.
Chi più chi meno ha sicuramente sperimentato ansia durante il corso della sua vita in uno più dei contesti sopra descritti. Ciò evidenzia che provare ansia e paura è normale e frequente: ma quando la situazione peggiora, come si riconosce e come si fa a reagire ad essa in maniera efficace per non farsi sopraffare?
Come abbiamo detto, in situazioni di pericolo sia l’ansia che la paura giocano un ruolo fondamentale nel salvaguardare la nostra incolumità, ma ci sono alcune situazioni della nostra vita che fanno emergere questi stati emotivi, diventando veri e propri ostacoli insormontabili.
Uno dei problemi più grandi del nostro tempo risiede proprio nel dover stare dietro a ritmi frenetici che richiedono un grande impegno emotivo e fisico. L’ansia in questo caso se non gestita correttamente può diventare corrosiva e deleteria.
Se l’ansia interferisce significativamente con la maggior parte delle attività che svolgiamo durante il giorno allora probabilmente bisogna prendere in considerazione la possibilità di iniziare ad agire e dover intervenire. Essa deve, insomma, interferire molto con la capacità di svolgere serenamente la propria quotidianità, i compiti e gli obiettivi prefissati come si vorrebbe, diventando un vero e proprio impedimento.
Se un adulto è in grado di rendersi conto da solo che sta attraversando un periodo caratterizzato da forti stati d’ansia, i bambini e gli adolescenti potrebbero non farci caso o comunque attribuire il malessere ad altre cause. Uno dei compiti del genitore è cercare di notare segnali fisici e sintomi comportamentali di ansia nel figlio per aiutarlo a superare quello stato. Alcuni dei segnali da notare sono l’aumento del battito cardiaco prima o durante le situazioni temute, aumento eccessivo o annullamento della concentrazione per affrontare la minaccia, evitamento o aggressione di ciò che fa paura, dolori fisici e somatizzazione.
L’ansia problematica o patologica può portare bambini e ragazzi a evitare la scuola, i compiti a casa, le situazioni sociali, può interferire con le esperienze essenziali per uno sviluppo sano. Non è raro in adolescenza evitare situazioni chiudendosi in sé stessi; in questi casi è più difficile riscontrare forme eccessive di ansia poiché il ragazzo potrebbe non avere i sintomi fisici sopra descritti, ma manifestare l’ansia in forme comportamentali e relazionali.
Sono dunque essenziali le opere di prevenzione e/o all’occorrenza un sostegno psicologico con il ragazzo con più di 12 anni di età o con i genitori per ragazzini e bambini più piccoli.
Sia che si abbia il sospetto di un’ansia quasi problematica nella vita dei figli, sia che la sintomatologia ansiosa sia già in uno stato avanzato, parallelamente o in alternativa a un sostegno psicologico uno dei rimedi più efficaci per sconfiggere l’ansia patologica proviene dal mondo vegetale.
Exerens ha formulato un prodotto fitoterapico chiamato Ansirens®, sviluppato specificatamente per i bisogni di bambini e adolescenti che presentano sintomi d’ansia con o senza manifestazioni somatiche. La sua formulazione gocce permette una maggiore maneggevolezza e azione dei suoi componenti.
Prevede la presenza di tre ingredienti naturali che se assunti con regolarità per un periodo di circa 4 settimane, aiutano bambini e adolescenti a superare periodi di forte stress e ansia.
Referenze
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