Dr.ssa Eva Germanò
Ricercatore Dirigente Medico,
U.O.C. di Neuropsichiatria Infantile – Dipartimento di Scienze Pediatriche, Mediche e Chirurgiche, Università di Messina
Come se non avessimo già abbastanza di cui preoccuparci, è arrivato il COVID-19 all’inizio del 2020 a spingere la nostra ansia a nuove vette. Le motivazioni non mancano: la minaccia concreta di ammalarsi gravemente con il rischio di morire o di avere sintomi persistenti; precarietà del lavoro; isolamento sociale o il suo opposto, stare per troppo tempo insieme in spazi abitativi ridotti e affollati; il ribaltamento della routine quotidiana; perdite finanziarie; per altri, l’impossibilità di mantenere un’impresa a galla. L’elenco potrebbe continuare ancora.
Gli operatori sanitari in molti ospedali sono sottoposti a una tensione incessante con un aumento di casi di burnout psicologico. Genitori e insegnanti sono sul’orlo di una crisi di nervi dovuta ai conflitti sui vaccini e sulla non chiarezza delle regole sanitarie che sono a volte complesse e difficili da implementare, per non parlare del rischio di contagio su tutta la famiglia man mano che i casi aumentano nei bambini. Nei bambini e ragazzi poi, si sta verificando in modo sempre più evidente, un aumento significativo dei disturbi comportamentali ed emotivi a seguito della chiusura delle scuole e della limitazione delle attività extrascolastiche che favoriscono la socializzazione (ad esempio lo sport). In particolare, un recente lavoro dell’Unità di Neuropsichiatria Infantile del Bambin Gesù di Roma ha descritto un disturbo da stress post traumatico a causa della quarantena o dell’isolamento sociale nel 30% dei bambini osservati.
Per molte persone, tuttavia, il problema non è solo la gestione dell’ansia quotidiana, ma il rischio che quest’ansia si trasformi in un disturbo conclamato e duraturo. Quando l’ansia diventa persistente, si può attraversare il confine in un vero disturbo (Santabárbara et al, 2021).
Quando la pandemia si è attenuata nella primavera del 2021 con la disponibilità di vaccini sicuri ed efficaci, i livelli di ansia nella popolazione sono diminuiti, ma ciò non significa che la pandemia abbia allentato la presa come si è verificato con l’arrivo della nuova variante Omicron.
Tuttavia, non tutte le avversità vengono per nuocere. La situazione difficile che stiamo vivendo potrebbe diventare una opportunità di crescita personale nella misura che si riesca ad accettare le cose così come sono attraverso un’osservazione profonda di noi stessi per trovare uno spazio di calma interiore. Le diverse tecniche di meditazione possono essere di grande utilità per raggiungere questo stato. Accettare la situazione non significa “non fare niente” ma piuttosto fare le cose giuste in modo consapevole. Per combattere l’ansia, infatti, gli esperti della salute dicono che è importante prendersi una pausa dalle notizie e dai social media; disconnettersi dagli schermi e dai dispositivi elettronici e trascorrere più tempo in attività sane come fare esercizi fisici o una semplice camminata nella natura; interagire con persone a noi care e, se non ci si riesce a farlo di persona, connettersi telefonicamente o tramite video chiamate.
Gli approcci terapeutici primari sono tre:
L’uso di due trattamenti concomitanti è di solito più efficace di uno solo. In particolare, molti medici raccomandano sia la terapia cognitivo comportamentale (CBT) che la terapia complementare o in funzione della severità, una terapia farmacologica. Questo duplice approccio può offrire un risultato positivo e di maggiore durata nel tempo.
L’infanzia è, per sua natura, segnata da certe paure come la paura dei mostri, del buio, di essere lasciati da soli, d’iniziare la scuola, e così via. Man mano che i bambini crescono, generalmente superano molte di queste paure. Tuttavia, alcuni bambini hanno un’ansia che va al di là delle normali preoccupazioni e si manifesta come disturbo d’ansia vero e proprio. Se l’ansia persiste e non viene trattata, può diventare una condizione cronica con un impatto rilevante sulla qualità della vita e sullo sviluppo psicofisico.
Tuttavia, l’ansia nei bambini non è sempre evidente. I bambini hanno meno capacità verbali quindi in loro l’ansia si manifesta spesso come un disturbo fisico, come mal di stomaco o mal di testa, piuttosto che come un’espressione di preoccupazione, anche se frequentemente ci possono osservare variazioni del tono dell’umore come malinconia, tristezza, irrequietezza, disturbi del sonno, ecc.
L’ansia infantile può anche apparire sotto forma di pianto o capricci, ma siccome questo può anche rappresentare un comportamento normale, diventa difficile distinguere l’uno dall’altro. Se tuo figlio esprime un disagio estremo e continuo in qualsiasi forma, bisogna consultare il pediatra o uno specialista in salute mentale dei bambini. Spesso il terapeuta può fare emergere le motivazioni sottostanti alle paure del bambino utilizzando tecniche di gioco e può aiutare il bambino e la famiglia dando un senso a questi comportamenti.
Durante l’adolescenza, i ragazzi devono vedersela con alcuni fattori di stress molto reali, che comprendono le pressioni accademiche, bullismo e cyberbullismo, e un mondo che sembra sempre più pericoloso e instabile. I disturbi d’ansia sono in aumento tra gli adolescenti. Un adolescente su tre sperimenta un disturbo d’ansia.
Ad aggravare l’ansia è la costante esposizione ai social media. Un sondaggio del Pew Research Center (www.pewresearch.org) nel 2018 ha scoperto che quasi la metà degli adolescenti sono online “quasi costantemente”. Durante queste ore online, gli adolescenti sono bombardati da immagini di influencer in luoghi esotici, che possono farli sentire indegni per non essere in grado di vivere quegli standard elevati di vita. Questi giovani possono diventare dipendenti dai “mi piace” per costruire la propria autostima, e iniziare a giudicare il loro valore personale in base a come gli altri li vedono e rispondono.
La ricerca rileva che più tempo gli adolescenti trascorrono sul computer, più sono ansiosi e depressi. Questo periodo di pandemia sta incrementando l’esposizione ai videoterminali sia per la didattica a distanza che per l’isolamento obbligato.
Per le ragioni esposte gli adolescenti in particolare sono a rischio di sviluppare l’Internet Addiction Disorder (IAD), caratterizzato dalla dominanza dell’attività virtuale nella sfera cognitiva, affettiva e comportamentale che si accompagna ad alterazioni del tono dell’umore e sintomi di astinenza. Il disturbo è caratterizzato dal fatto che le relazioni interpersonali vengono vissute esclusivamente o prevalentemente in modo virtuale e che il soggetto sviluppa una vera e propria dipendenza dalle attività informatiche.
I genitori dovrebbero prestare attenzione ai segnali di pericolo. Gli adolescenti sono lunatici e riservati una una buona parte della giornata, ma ci sono modi per individuare i problemi. I segnali di rischio di un disturbo reale a cui bisogna prestare attenzione includono evitamento di attività che precedentemente facevano senza problemi, calo delle prestazioni scolastiche, perdita di appetito, difficoltà a dormire, uso di sostanze, attacchi di panico o continui disturbi fisici come stanchezza o mal di testa. Se si notano questi segni, bisogna fissare un appuntamento con un neuropsichiatra infantile o con uno psicologo dell’età evolutiva.
Fino al 15% delle persone adulte vivono con ansia e questa percentuale è notevolmente aumentata in questo periodo storico dovuto alla pandemia.
Il più comune di questi disturbi è l’agorafobia (paura di non poter fuggire da luoghi e situazioni che possono causare panico), seguito da attacchi di panico, disturbo d’ansia generalizzato, fobia specifica e fobia sociale.
È importante sottolineare che i disturbi di stress e ansia possono coesistere. Infatti, condividono molte funzioni comuni. I meccanismi biologici alla base sono simili e coinvolgono parte dello stesso percorso biochimico nel cervello. Soprattutto, entrambi possono scatenare uno stato di angoscia per situazioni che potrebbero non essere così spaventose. La differenza fondamentale è che il disturbo da stress è provocato da una o più cause reali o esperienze traumatiche. L’ansia viene quindi considerata patologica quando si trasforma in una reazione anticipatoria sproporzionata allo stimolo che non è presente e potrebbe accadere, che influisce sulla vita di relazione individuale e collettiva della persona.
Emozioni come angoscia, paura, agitazione, rabbia possono inoltre manifestarsi a livello somatico con vertigini, tensione muscolare, dolori articolari, crampi addominali, disturbi gastrointestinali, palpitazioni, affanno, ecc., rappresentando degli equivalenti somatici di un disturbo d’ansia.
Exerens, ha formulato un prodotto naturale chiamato Ansirens®, sviluppato specificatamente per i sintomi d’ansia con o senza manifestazioni somatiche per bambini, adolescenti e adulti. È costituito da tre fitocomplessi titolati che se assunti con regolarità per almeno 4 settimane, aiutano a superare periodi di forte stress e ansia.
Referenze
Alcune semplici regole da seguire per facilitare e migliorare la qualità del sonno dei bambini…
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